PER LO SCOPRIMENTO DELLA LAPIDE NEL SACRARIO DEI CADUTI IN MILANO,

IN ONORE DEI CARRISTI CADUTI PER LA PATRIA

 

Nella memoria dei tempi

più solenne di tutte le voci

è quella forte del bronzo.

E lo è per rendere eterni

gli ardimentosi poemi,

dove lo scelto è il silenzio,

sacro, fedele ed immobile,

che sa narrare tacendo.

Milano è forte ed ha scelto

che la voce dei figli Carristi

Caduti in cento battaglie,

si ascolti, fiera, dal bronzo.

Essa ai figli Carristi

ha liberato la morte

dal Ghibli, cieco e insensato,

che fugge senza memoria.

Decisa l'ha liberata

dal freddo sguardo implacabile

d'acqua della Vojussa,

che pena per tanta memoria

di sofferenza e di sangue.

E nella voce del bronzo

e di pietra del Suo Sacrario,

i figli tornati per sempre,

gli ha voluti non morti

ma più vivi e più vigili,

per non darci mai tregua

parlandoci dei loro martiri,

non vani se allargheranno,

nel nostro tempo di uomini,

le grandi ali di luce.

Né di bronzo o di pietra

è la voce dei versi.

Nascono nei tempi del cuore

che sono i tempi dell'uomo

nel Carrista che ora li scrive

nel sole di questo settembre.

Tempi umani e dolenti,

 brevi e a volte ventosi.

Eppure, sopra la terra

è solo sui tempi del cuore,

che gli ardimentosi poemi

di sangue, di forza, di gloria,

nascono, lottano e trionfano.

Poemi che il bronzo e la pietra

scolpiscono, fieri, ed eternano,

per l’uomo, solo per l’uomo

perché non scordi ma mediti.

 

                                                           Mar. Magg. Aiut. Carrista Livio Portas

                                               22 settembre 1985