Il Carro Armato M13/40
Generalità
Il carro armato M13-40 (con le sue versioni successive M14/41 e M15/42) è stato il corazzato maggiormente prodotto ed utilizzato dal Regio Esercito italiano durante la seconda guerra
mondiale. L'M13/40 è stato il
primo carro armato italiano a rappresentare una media minaccia contro i carri
nemici, operando soprattutto contro i britannici sul fronte dell'Africa settentrionale.
La progettazione iniziò, da parte della
Fiat-Ansaldo, nel 1937 e l'anno seguente venne realizzato il primo prototipo.
Nel nuovo mezzo l'armamento principale, un cannone da 47/32, era montato in una
torretta girevole a forma di ferro di cavallo e non in casamatta, come nei
precedenti carri. Questa soluzione aumentava notevolmente l'efficacia
dell'arma. Come armamento secondario l'M13-40 disponeva di 4 mitragliatrici da
8mm (del tipo Breda 37 e 38): una coassiale con il cannone, due in casamatta ed
una con funzione antiaerea montabile su apposito supporto alla sommità della torretta
(fatto molto interessante per essere un progetto di inizio guerra, in quanto
era uno dei primi rappresentanti della mitragliatrice in funzione contraerea su
carri armati). L’ M13-40 fu prodotto in 710 esemplari.
Nel 1941 venne realizzata una nuova versione
dotata di diverso motore, uno dei punti deboli del veicolo, denominata M14/41
dalla quale venne anche derivato il semovente 75/18, un cacciacarri considerato
il miglior corazzato italiano impiegato durante la seconda guerra mondiale.
Venne anche realizzato un prototipo
sperimentale per trasporto aereo utilizzando un aeroplano Caproni CA 180 che
avrebbe dovuto trasportare il carro M13/41 agganciato al di sotto della
fusoliera.
Caratteristiche tecniche
Il carro armato medio M13-40 era
azionato da un motore Diesel SPA 8T (15 T nel M14/41) raffreddato a liquido,
con una potenza di 125 cavalli (145 nel M14) a 1800 giri al minuto, a 8
cilindri a V, munito di un cambio di velocità a 4 marce e di una retromarcia
normale. Incorporato nel cambio un riduttore che consentiva al carro di avere
altre 4 marce più una retromarcia addizionale. Il motore fu uno dei maggiori
handicap del carro: scarsamente potente ed anche non troppo affidabile. Durante
il primo periodo di utilizzo in Africa la mancanza di filtri anti-sabbia
rappresentò un grave handicap.
La capacità del serbatoio era di circa
145 litri più 35 litri di riserva per un'autonomia di circa 210 km o circa 10
ore in fuori strada. Il carro poteva raggiungere una velocità massima di 30
km/h (32 per l'M14) su strada, di circa 15 km/h in fuoristrada; aveva un raggio
di volta di circa 4,50 metri, poteva superare pendenze del 100%, trincea di 2
metri, guado di 1 metro e gradino di 0,80 m.
Il motore azionava le ruote motrici,
poste anteriormente e munite di anelli dentati che trasmettevano il moto ai due
cingoli formati da 84 maglie uguali, che poggiavano posteriormente su due ruote
di rinvio folli. La parte inferiore del cingolo poggiava sul terreno in una
struttura atta a rendere il carro particolarmente agevole su terreno sconnesso.
Tuttavia il sistema di rotolamento non era stato studiato per permettere
l'assorbimento di potenze motrici superiori, infatti quando il motore aumentò
di potenza nel M15/42 spesso il mezzo scingolava quando andava a piena potenza
sullo sterrato.
Armamento
Il carro M13/40 era armato di un cannone da 47/32 con una dotazione
iniziale di 87 proietti e un'elevazione di -10º e di +20º. L'arma poteva essere
azionata tramite un pedale o manualmente.
Il cannone fu giudicato inizialmente in
modo positivo, almeno in quanto a precisione ed affidabilità, tuttavia, con il
tempo, si dimostrò impotente di fronte alle corazzature britanniche ed
americane specie per quanto riguarda la gittata.
Corazzatura
ll tipo di costruzione e i materiali utilizzati nei carri
italiani non erano all'altezza della produzione straniera, specialmente
riguardo alla composizione chimica delle lastre corazzate. Prendendo a base i
parametri normalmente usati per misurare la resistenza di un tipo di acciaio
(valore di Brinnel), nei carri italiani tale valore
era tra i 210 ed i 245 mentre in quelli tedeschi era di circa 450. Inoltre le
corazzature erano imbullonate e non saldate elettricamente. Lo spessore della
corazzature era di 42 mm nella parte frontale fino ad un minimo di 14 mm nella
parte inferiore dello scafo
Trasporto
Uno dei difetti riscontrati, non del
carro in sé, quanto della sua progettazione e nel suo utilizzo, fu la mancanza
di un reale mezzo di trasporto/soccorso carri. Furono utilizzate trattrici che
non rispondevano particolarmente bene all'impiego ed alla fine si decise di
utilizzare rimorchi convenzionali trainati da veicoli industriali del tipo
3/RO. La scarsità di questi mezzi in Nordafrica spinse i comandi italiani a
riunire in Autogruppi i vari camion con i relativi rimorchi per spostare
le varie formazioni di volta in volta.
Utilizzo operativo
Il carro
M13/40 fu utilizzato nel 1940 nella guerra contro la Grecia, nell’ambito della
Divisione “Centauro” prevalentemente a supporto della Fanteria. Nel 1941
reparti dotati di carri M13/40 operarono nella campagna contro la Jugoslavia
fino a raggiungere la città slava di Ragusa.
Il più
massiccio impiego di reparti dotati di carri M13/40 si ebbe tuttavia in
NordAfrica già dal gennaio del 1941 partecipando alla offensiva fino ad El
Alamein.